Milano, 8 novembre 2018 – Il gruppo CESI, attraverso la sua Divisione ISMES, nel 2015-16 ha realizzato sul Ponte Morandi attività di consulenza specialistica per Autostrade per l’Italia (ASPI).
CESI precisa che l’ambito dell’incarico svolto per ASPI non includeva né alcuna verifica progettuale e strutturale del viadotto, o di sue singole parti, né attività di ispezione e sorveglianza tantomeno verifiche periodiche. La consulenza affidata da ASPI a ISMES nel giugno 2015, infatti, prevedeva
principalmente l’analisi della documentazione, fornita dalla stessa ASPI, in cui erano descritti il sistema di monitoraggio statico del viadotto e le procedure per la sorveglianza. Inoltre nell’ambito dello stesso incarico, tra ottobre e novembre 2015, ISMES ha rilevato grandezze dinamiche sulle
Pile 9 e 10 propedeutiche allo sviluppo, da parte di ASPI, di successivi approfondimenti e analisi.
Nei diversi rapporti originariamente consegnati al cliente, tra gennaio e maggio 2016, ISMES ha suggerito ad ASPI di aumentare la frequenza di alcune ispezioni e implementare un sistema di monitoraggio dinamico, ossia continuo, della struttura in presenza di fenomeni rapidamente
variabili (es. vento, traffico, sisma, ecc.). Pertanto ISMES, in base alle attività svolte, non poteva valutare la strutturale del viadotto né tantomeno può formulare alcuna ipotesi sulle cause del tragico crollo.
La consulenza di ISMES sul ponte Morandi si è conclusa come previsto dall’incarico per ASPI, alla consegna dei rapporti nel 2016. Per tale ragione, ISMES non è a conoscenza dell’effettivo utilizzo o implementazione, da parte del cliente, delle informazioni e dei suggerimenti da lei indicati nei
rapporti oggetto dell’incarico. Dal 22 agosto, infine, il gruppo CESI si è messo volontariamente a disposizione degli inquirenti, con i quali collabora attivamente.